Concorso 631

Futur-e - Biogenlabs 
2015 - Alessandria

Single phase admission

authority:
Enel Produzione S.p.a

project:
Studio 4 architetti associati

project team:
Arch. L. Daniele 
Arch. W. Larteri
Arch. L. Golotta
Arch. G. Villani

scientific consulting: 
PST Valle Scrivia S.p.a

year:
2015

Idea:
L’utilizzo del suolo italiano ha una sua storia, una sua evoluzione derivante dagli usi e dalla domanda espressa dal nostro paese nella sua storia sociale e produttiva.
Oggi la società esprime domande ed esigenze differenti dal passato.
Il territorio non può essere più visto unicamente come una risorsa da utilizzare in modo intensivo. Ogni volta che si libera uno spazio, il primo pensiero è come utilizzarlo costruendo sopra qualcosa. E’ tempo di modificare questa concezione, promuovendo un nuovo modello culturale ed economico.
La proposta nasce dalla stretta collaborazione che da qualche anno a questa parte il nostro studio ha sviluppato con il Parco Tecnologico e Scientifico della Valle Scrivia, su vari temi e progetti inerenti il futuro della produzione energetica.
L’idea è realizzare un Polo di ricerca e innovazione incentrato sulla bio-rigenerazione, capace di creare lavoro qualificato e di restituire un domani valore all’area e allo stesso tempo non depauperare l’asset patrimoniale dell’Ente banditore.
La suggestione alla base dell’idea di progetto è un semplice percorso, costituito da assi di legno fissate a sostegni puntuali, che incide sul terreno lo stretto necessario e si snoda adattandosi al territorio in maniera naturale. In quell’immagine sono racchiuse le due attitudini a nostro avviso fondamentali per una moderna progettazione: la creatività umana, capace di fornire una risposta precisa ed essenziale ai problemi e il rispetto per il nostro ambiente, sempre più ineludibile necessità del vivere quotidiano e futuro.
In una visione circolare dell’economia contrapposta al modello di sviluppo lineare fino ad oggi adottato si propone dunque, in luogo dell’attuale centrale turbo-gas dismessa, un intervento che NON preveda ulteriore consumo di suolo ma che, anzi, sia realizzato con tecnologie costruttive leggere, sostenibili, espandibili a richiesta e completamente reversibili alla fine del loro naturale ciclo di utilizzo. Ciò che oggi viene proposto, deve consentire che, laddove ancora nel dopoguerra c’era un campo coltivato, in un futuro non lontano possa tornare un utilizzo maggiormente consapevole, allineato alle esigenze degli abitanti del domani.
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